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12 Agosto
2016
“SERATA SOTTO LE
STELLE”
Evento presso l’ area “pre-parco” del Parco di
Rauccio venerdì 12 agosto 2016. “Trekking sotto le stelle lungo
il litorale del parco”,“Caccia al tesoro” e “Osservazione
astronomica”.
L’Ente di
Gestione del Parco di Rauccio - Lecce e il WWF Salento con la
collaborazione delle Associazioni “Progetto ANTARES”e “ALA
(Associazione Ludica Apulia)” organizzano
una “SERATA SOTTO LE STELLE” ( terza edizione) venerdì 12 agosto
2016presso l’area “pre-parco":
- “Trekking
sotto le stelle lungo il litorale del parco”. Appuntamento ore 19,00
presso il ponte del bacino “Idume” e arrivo del Parco alle ore 20,30.
Prenotazione obbligatoria al 3285321916
Luciana.
- “Caccia
al tesoro” (tema fantasy) ore 19,00 con animatori in costume (“laurieddhu”,
"re tancredi", "mago fanfulla", …) L’attività è dedicata a ragazzi
(da 10 anni in su) accompagnati anche dai genitori e nonni.
Prenotazione obbligatoria al 3202185141 -
Giuseppe.
- “Osservazione
astronomica”
ore 20,45. Marte,
Saturno e oggetti del cielo profondo con tecnologie hight
tech, attività
di orientamento
tra le costellazioni (e loro mitologia) e proiezione di documentari
divulgativi. Info: 3335842279 – Marco-
Piccolo aperitivo
.
Offerte libere
Info evento WWF Salento:
388 1803302
- 339
2742742
Luglio
2016
“La nuvola scura sull’Europa: come i paesi a carbone fanno ammalare
i loro vicini”
Il WWF chiede un’indagine sulla salute degli italiani
Visita il sito della campagna WWF Stop carbone -
Il report
L’inquinamento da carbone e i suoi effetti sulla salute
delle persone arrivano ben oltre i confini nazionali, e
il completo abbandono del carbone in Europa porterebbe enormi benefici
per tutti i cittadini del continente. Questo è quanto emerge dal nuovo
rapporto pubblicato da Health
and Environment Alliance (HEAL), Climate
Action Network Europe (CAN),
WWF e Sandbag.
Il rapporto “La nuvola scura sull’Europa: come i paesi a
carbone fanno ammalare i loro vicini” analizza l'impatto sulla salute
dell'inquinamento atmosferico prodotto da tutte le centrali elettriche a
carbone UE per i quali i dati sono disponibili (257 centrali su 280). Lo
studio rivela che nel 2013 le emissioni di tali centrali sono state
responsabili di oltre
22.900 morti premature,
di decine di migliaia di casi di malattie - che vanno da patologie
cardiache a bronchiti - e di costi sanitari fino a 62,3 miliardi di
euro.
Per la prima volta, il rapporto analizza come le
pericolose polveri prodotte dalle centrali a carbone viaggino attraverso
i confini nazionali, con tutto ciò che ne consegue.
I cinque paesi dell’UE le
cui centrali a carbone arrecano il maggior danno all’estero sono la
Polonia (responsabile di 4.690 morti premature all'estero), la Germania
(2.490), la Romania (1.660), la Bulgaria (1.390) e il Regno Unito
(1.350).
I cinque paesi dell'UE che più di tutti soffrono gli
effetti dell’inquinamento prodotto dalle centrali a carbone nei paesi
limitrofi, in aggiunta a quelli dei propri impianti, sono la Germania
(3.630 morti premature in tutto), l’ Italia (1.610), la Francia (1.380),
la Grecia (1.050) e l’Ungheria (700).
Il rapporto mostra che ogni
centrale a carbone che viene chiusa rappresenta un beneficio importante
per la salute non
solo di coloro che vivono nelle vicinanze, ma anche per quelli
all'estero: il piano di graduale abbandono del carbone entro il 2025
messo in atto nel Regno Unito potrebbe salvare fino a 2.870 vite ogni
anno -di cui più di 1.300 nell’ Europa continentale. Se la Germania
decidesse di abbandonare gradualmente il carbone, si potrebbero evitare,
ogni anno, più di 1.860 morti premature nel paese e quasi 2.500
all'estero.
Due centrali italiane nella sporca trentina di quelle
europee più inquinanti
La combustione del carbone non solo produce gravissimi
effetti nocivi sulla salute delle persone, ma costituisce anche la
maggiore minaccia per il clima del pianeta a causa delle ingenti
emissioni di gas serra. Il report quindi mostra quanto pesino proprio le
emissioni di CO2 degli impianti a carbone in Europa e stila la lista dei
peggiori 30 nella quale figurano due impianti italiani che si collocano
rispettivamente all’ottavo e al dodicesimo posto. Si tratta
rispettivamente della centrale Federico II di Brindisi (in Puglia) e
della centrale di Torrevaldaliga Nord (nel Lazio).
Il WWF ricorda che in Italia esiste ancora una decina di
impianti a carbone attivi che forniscono circa il 13% del fabbisogno
elettrico nazionale ma che pesano per quasi il 40% sulle emissioni di
CO2.
“Il rapporto dimostra che un completo abbandono del
carbone è una questione europea che riguarda tutti, e come tale dovrebbe
essere uno degli obiettivi d’azione dell'UE", ha commentato la
responsabile Clima ed Energia del WWF Italia, che spiega: “Gli effetti
devastanti del carbone sul clima e sulla salute di tutti gli europei
dimostrano che tutti i paesi della UE hanno l’interesse comune a
lavorare insieme per venirne fuori il più presto possibile.
"Ma c’è di più: le analisi dimostrano che l’inquinamento
derivante dalle centrali a carbone non riguarda solo gli abitanti delle
zone limitrofe,quindi
deve diventare anche priorità nazionale, non solo locale - conclude la
Midulla -. Dopo l'accordo
di Parigi sul clima,
i leader dell'UE hanno un’ancor maggiore responsabilità di aumentare
drasticamente gli sforzi per chiudere tutte le centrali a carbone e di
passare rapidamente al 100% di energia rinnovabile”.
Esperti medici a supporto del rapporto
“L'inquinamento atmosferico è responsabile di milioni di
morti in tutto il mondo. Le
temperature più elevate derivanti dal cambiamento climatico
contribuiscono a esacerbare il problema. La buona notizia è che ridurre
il nostro utilizzo di combustibili fossili - comprese le emissioni
nocive da carbone - ci offre un'opportunità unica per migliorare la
qualità dell'aria e mitigare il cambiamento climatico, in quella che
rappresenta il più grande pericolo per la salute pubblica di questo
secolo", afferma Roberto Bertollini, rappresentante presso l'Unione
Europea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
“Le esternalità riguardanti la salute provenienti dalle
centrali a carbone sono maggiori rispetto a quelle derivanti da
qualsiasi altra fonte di energia. I costi di riduzione dei gas serra
sono parzialmente ricompensati dai minori costi sanitari”, sostiene il
Professor Paul
Wilkinson della London
School of Hygiene and Tropical Medicine (LSHTM).
“Questo rapporto approfondisce ulteriormente le dannose
conseguenze della produzione di energia da carbone sulla nostra salute,
e ci mostra chiaramente il motivo per cui tutti dovrebbero
preoccuparsene. Le emissioni nocive di ogni singolo impianto possono
causare conseguenze significative sulla salute e sui costi della sanità.
È necessario un completo abbandono del carbone”, ha detto il dottor
Michal Krzyzanowski, ex esperto dell'Organizzazione Mondiale della
Sanità sulla qualità dell'aria e attualmente Visiting
Professor al King’s College di
Londra.
“I media hanno recentemente attirato l'attenzione
dell'opinione pubblica sugli scarichi delle auto, ma altre fonti
d’inquinamento, come ad esempio le emissioni delle centrali
elettriche a carbone, hanno
un grande peso. Lo studio pubblicato chiarisce che le centrali
elettriche a carbone sono una notevole fonte di inquinamento
atmosferico. Inoltre, il rapporto quantifica - per la prima volta - gli
effetti delle emissioni transfrontaliere delle centrali elettriche a
carbone in termini di danni sulla salute delle persone e di costi della
sanità. Ciò fornisce un ulteriore argomento per eliminare gradualmente
il carbone dal mix energetico”, afferma Joachim Heinrich dell’Ospedale
Universitario di Monaco di Baviera.
Visita il sito della campagna WWF Stop carbone
Il report
Giugno 2016
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Ansia e Paura
<<Nuovi
ritrovamenti di rifiuti nelle campagne salentine, e questa volta anche
tracce di radioattività>>
di Martina Calcagnile
classe III B
Istituto Comprensivo “Ammirato Falcone” Lecce
L'immagine di Gomorra si usa
spesso quando si parla di rifiuti e in questa occasione
il paragone sembra particolarmente calzante. La scena delle gru guidate
dai bambini in fondo alla cava che incominciano a scavare sotto gli
ordini di un Servillo straordinariamente ispirato, cominciano appunto a
svuotare quello che non sanno che in fondo diventerà il loro cimitero.
La scena di una pungente quanto cruda opera di sceneggiatura è un’amara
realtà. Poiché si torna a parlare di rifiuti tossici e nucleari nel
nostro sud. Lo scenario però si è decentrato, non si tratta più solo
della, ormai tristemente nota alle cronache, “terra dei fuochi”
napoletana, bensì della Puglia, di quella Puglia che da Nord a Sud, da
Foggia a Leuca, ha un'anima che puzza. Occorre chiamarla da "la nuova
terra dei fuochi" a "terra degli zombie", perché più si scava e più si
scopre che il territorio è pieno zeppo di quei mostri seppelliti
trent'anni fa: che oggi rischiano di diventare letali per la
popolazione.
Zombie
sono
quell'immondizia, quegli scarti, quei rifiuti seppelliti come un tesoro
dalla criminalità organizzata negli anni Settanta, Ottanta e Novanta e
che oggi cominciano a riaffiorare dalla terra ogni volta che una pala
meccanica addenta, scava o solleva.
La violenza subita è il
risultato di collusioni tra politica e criminalità che, come in tante
altre zone del nostro Paese, hanno anteposto i loro interessi alla
salute pubblica.
Cambiare si può, ma il
cambiamento deve avvenire nelle coscienze e nella morale di chi ci
governa. Noi giovani siamo il futuro e solo noi possiamo far sì che ci
sia un’inversione di tendenza per garantire alle future generazioni una
migliore qualità della vita.
Articolo presentato dalla
giovane studentessa e nostra fervida sostenitrice durante il convegno "Laudato
sii per nostra sora terra" tenutosi a Otranto il 28 maggio alla presenza
del presidente della regione Puglia Michele Emiliano.
Febbraio 2016
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Il 14 febbraio:
A Passeggio tra i
<<tesori>> della Valle della Cupa.
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